Luca Pacciolla, Medico Chirurgo Dietetica e Nutrizione Clinica
Per i lettori di MULTISPORT3ining un articolo sul tema dell’artosi lombare.Alberto Zaghetto (formazione Hilterapia®)
L’artrosi, colpendo oltre 5 milioni di Italiani over 55 anni, si guadagna il podio tra le malattie reumatologiche articolari più comuni lungo lo Stivale. Un riconoscimento destinato a rimanere invariato nel tempo, considerata l’età media degli abitanti del Bel Paese, dove gli ultraottantenni rappresentano il 5,5% della popolazione. Percentuale destinata a svettare al 15% nel 2060.
Considerato il legame a doppio filo che lega artrosi e invecchiamento, non resta dunque che votarsi alla prevenzione, tenendo sotto controllo il fenomeno destinato ad aumentare a causa della frequenza dei fattori di rischio associati: età senile, sesso, predisposizione genetica, fattori meccanici (fratture scheletriche, microtraumi e artriti), patologie dismetaboliche (gotta, diabete, ipercolesterolemia) e obesità. Le aree più colpite? Anca, ginocchio, rachide, mano e piede.
Alessandro Valent (Fisiatra)
L’artrosi è un processo degenerativo articolare che inizia a livello della cartilagine e che interessa, nelle fasi avanzate, anche il tessuto osseo ed i tessuti molli periarticolari, determinando, per i pazienti affetti, limitazioni nelle comuni attività quotidiane.
Il dolore, peggiorato dal movimento ed alleviato con il riposo, frequentemente associato a contratture della muscolatura periarticolare, è il principale sintomo.
Oltre alla sintomatologia dolorosa vi possono essere altre complicanze: rigidità articolare, limitazione funzionale e deformazioni articolari. Determinante ai fini della miglior cura è la diagnosi, basata su una puntuale anamnesi, sull’esame obiettivo e sulla diagnostica strumentale.
La visita consiste nell’esame posturale, nella valutazione delle articolazioni dolenti e di quelle vicine e sull’analisi della forza e di eventuali deficit neurologici. Altrettanto importante è la diagnostica strumentale, riguardo la quale la radiologia tradizionale ricopre ancora un ruolo di primo piano.
Una volta instauratasi, l’artrosi si cura attraverso la terapia farmacologica (antiinfiammatori, decontratturanti, analgesici e condroprotettori), la fisiochinesiterapia e nei casi più gravi la chirurgia (artroprotesi). Anche le terapie strumentali, associate alla rieducazione funzionale e alle terapie manuali, si rivelano preziose. Hilterapia® in particolare.
Salvatore Germano (Massofisioterapista – Chinesiologo)
Una radiografia disposta a causa di una fastidiosa lombalgia ha rivelato alla Signora S.S., 56 anni, di essere affetta da uno spondilo artrosi lombare di L1 – L2 – L3 – L4. L’esame ha inoltre dimostrato l’inversione della curva lombare, la presenza di becchi osteofitari e la riduzione degli spazi intersomatici.
Oltre al dolore sulla muscolatura paravertebrale, la paziente ha dovuto fare anche i conti con difficoltà nelle ADL e nel compimento di qualsiasi tipo di movimento. La prescrizione suggerita dopo visita fisiatrica ha disposto di un ciclo di Hilterapia® articolata in 10 sedute scandite in due settimane consecutive.
Trattata con fluenze alte (1430 mj/cm2) e livello medio (6), già dopo le prime 4 terapie la paziente ha segnalato un netto miglioramento: l’assenza di dolore sui paravertebrali andava di pari passo con la diminuzione del dolore al risveglio. Alla conclusione del ciclo la Signora non lamentava più dolore nè sui paravertebrali, nè al risveglio, riferendo anche un sensibile miglioramento nelle ADL.