33km a Carpi e poi maratona di Nizza: tutta colpa di Andrea!!! ;)

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Ho deciso di chiudere il mio 2013 podistico con la 33 Km di Carpi. Ho avuto la possibilità e la fortuna di allenarmi durante l’estate e questo inizio di autunno con continuità e senza nessun problema fisico, anzi riscoprendo buone sensazioni durante gli allenamenti, preparati con l’indispensabile consulenza di Andrea Re, che mi ha sempre seguito con attenzione e soprattutto  con molta pazienza.
Due giorni prima di partire per Carpi mi arriva proprio una mail di Andrea che mi chiede cosa ho intenzione di fare dopo questa gara. La risposta che mi viene spontanea, ma che trattengo per rispetto, è: “Mi riposo!!”, ma diplomaticamente replico: “Vediamo come vado a Carpi e poi ti faccio sapere”.Non bastasse Andrea, che inizia ad insinuare un tarlo nella mia testa, mi telefona anche Roberto Castelli, podista della Canottieri Ticino e amico con cui ho già corso parecchie gare, che mi chiede se ho intenzione di correre insieme a lui la Maratona di Nizza del 10 novembre. Altro tarlo in testa! Non ci voglio pensare: resto concentrato sulla gara di Carpi del 13 ottobre, voglio vedere come riesco a correre questa distanza, soprattutto quali sensazioni proverò in gara e poi deciderò.Quando nell’aprile 2012 ho concluso, faticando terribilmente, la Maratona di Londra, avevo pensato che la maratona fosse una distanza ormai fuori dalla mia portata: avevo ormai corso e portato a termine le 5 maratone più importanti del mondo (New York, Boston, Chicago, Berlino e Londra) e non avevo obiettivi podistici particolari da raggiungere. Non me la sentivo più di impegnarmi su una distanza così massacrante e quindi mi orientavo ormai su mezze maratone o al massimo qualche 30 Km.Con questi pensieri il 13 ottobre parto da Maranello di fronte al Museo Ferrari e corro tranquillo senza preoccuparmi del tempo finale, ma cercando solamente di godermi una gara lunga in una piacevole e assolata mattina di metà ottobre. Con il passare dei chilometri, vedo che riesco a tenere un passo costante e soprattutto non faccio fatica: da Modena a Formigine, cioè nella seconda parte della gara, non mollo e nessun podista mi passa, anzi sono io a recuperare posizioni senza particolari problemi. Tempo finale 2 ore 38′ e mi piazzo 8° di categoria. Sono contento, anzi felice: era da tempo che non provavo queste sensazioni e queste emozioni in gara.Sull’onda della trance agonistica decido di provare a correre la maratona di Nizza, a distanza di 18 mesi dall’ultima maratona. Naturalmente Andrea appoggia questa mia follia e mi prepara un nuovo programma di allenamento, non troppo pesante e mi supporta moltissimo dal punto di vista psicologico. Già, perché, dopo avere superato l’esaltazione del momento, iniziano ad assalirmi i dubbi su questa nuova sfida: alcuni allenamenti vanno benissimo, ma quando faccio l’ultimo lunghissimo di 27 Km a due settimane dalla maratona soffro terribilmente e arrivo a casa quasi camminando e questo non mi pare un buon presagio per la prossima gara. Andrea mi rincuora e mi stimola moltissimo a stare sereno e rilassato, dicendosi certo che a Nizza sarei stato in grande forma. Convinto lui……La maratona per me è la GARA: la distanza regina che mi fa soffrire, ma che sul traguardo mi regala una soddisfazione che nessun’altra distanza riesce a farmi provare. Quando avevo deciso di ridurre il chilometraggio delle mie gare sentivo dentro di me che qualcosa mancava: ogni volta che arrivavo sul traguardo ero sì contento, ma mai veramente esaltato e soddisfatto. Il cervello mi diceva che andava bene così, ma al cuore mancava l’emozione vera e la vita è fatta anche di emozioni!In ogni caso ormai ho deciso e sono pronto a provarci un’altra volta, la tredicesima, e, come sempre, le sensazioni si alternano fra esaltazione e timore.Quando finalmente parto per la Costa Azzurra, con molti dubbi e poche certezze, mi consolo pensando che in ogni caso riesco a regalare a me e a mia moglie un bel weekend al mare in una località incantevole.Nizza ci accoglie con un sole sfolgorante, una temperatura fantastica, che ci permette di andare in giro in maglietta, ma anche con un vento terribile, che, naturalmente, è contrario alla direzione della maratona.Questo vento micidiale mi preoccupa molto: non ho mai corso una maratona in queste condizioni e sono certo di soffrire moltissimo in gara.Finalmente la mattina di domenica alle 8 si parte. Il cielo è abbastanza nuvoloso, ma il vento non sembra forte come la sera precedente e questo mi dà fiducia. L’organizzazione alla partenza è perfetta: il ritiro della sacca avviene in un attimo e adesso non resta che far girare le gambe e cercare di arrivare al traguardo al meglio delle mie possibilità.Parto dalla Promenade des Anglais e riesco subito a trovare il mio ritmo di gara. Le gambe girano sciolte, potrei andare anche un po’ più veloce, ma non voglio forzare l’andatura fin dai primi chilometri: so per esperienza che uno sforzo eccessivo nella prima fase della gara lo pagherei pesantemente nel finale, come accaduto a Londra. E poi c’è il vento che ha soffiato tutta notte e che temo si faccia sentire con tutta la sua forza durante la gara.Sono piccolo di corporatura e sfrutto la scia di altri corridori, cercando ripararmi per quello che posso, ma non voglio rallentare troppo il mio passo gara e quindi molto spesso sono esposto in pieno al vento contrario, che ha ripreso a soffiare con discreta forza. Riesco a bere e ad alimentarmi con regolarità: gli organizzatori sono perfetti e preparano punti ristoro ricchissimi di acqua, integratori, frutta fresca, zucchero e uva passa ogni 5 chilometri.
Arrivo abbastanza sciolto alla mezza di Antibes e provo ad allungare leggermente: le gambe continuano a girare bene e non sento una fatica eccessiva. Tutto procede bene fino a quando il vento, non più ostacolato dal promontorio di Cap d’Antibes, mi investe con forza e, come se non bastasse, anche la strada inizia a salire leggermente, ma in modo sensibile.Ho paura che da un momento all’altro le gambe si induriscano e rallentino la mia corsa, fino a quel momento abbastanza sciolta ed efficace. Invece riesco a gestire bene questi momenti difficili, correndo il più possibile al riparo di altri concorrenti o molto vicino al muro delle case. Affronto in scioltezza le salite e riesco a superare molti altri corridori: è una bella sensazione lasciarsi indietro altri concorrenti, mi da’ morale e mi stimola ulteriormente.Con il passare dei chilometri il vento mi spruzza in faccia l’acqua del mare e anche parecchia sabbia e non è per nulla piacevole. Quando inizio a sentire la stanchezza vedo che sono già al 39° chilometro e ho già superato anche il cartello stradale che segna l’inizio della periferia di Cannes. Ormai è fatta, si tratta solo di tenere il passo ancora per una decina di minuti, facendo finta di non sentire la fatica e il dolore delle gambe, magari cercando di ammirare il panorama della Costa Azzurra per ingannare la fatica, ma dopo una curva secca che mi fa entrare sul lungomare di Cannes, il vento riprende ulteriore vigore e soffia raffiche micidiali, che quasi fermano i podisti. Spingiamo tutti sulle gambe come matti, ma ci sembra di andare a sbattere contro un muro di gomma. Continuo a ripetermi che ce l’ho fatta, che non devo mollare proprio adesso e finalmente vedo il traguardo: un ultimo sforzo e lo supero alzando le braccia al cielo, mentre mia moglie mi chiama e mi saluta. Sono ancora lucido e abbastanza in forze per ricambiare il saluto e urlare tutta la mia gioia: ho chiuso in 3 ore e 28′ 51″.Fantastico!!!Non riesco quasi a crederci e ancora oggi ogni tanto vado a guardare la classifica finale per essere certo di non sognare. Non è il mio best time, ma ci si avvicina moltissimo e soprattutto so di avere fatto questo tempo lottando anche contro il vento contrario. La mia posizione di classifica finale è 1008° su quasi 7000 concorrenti che hanno portato a termine la loro fatica.Sono soddisfatto perché in quesito anno e mezzo di allenamento ho saputo affrontare tante difficoltà, ma ho continuato a correre divertendomi e questo credo sia l’aspetto fondamentale che spinge tutti i podisti a correre e ad allenarsi con perseveranza e abnegazione affrontando spesso condizioni climatiche sfavorevoli.Soprattutto ho acquistato nuovamente fiducia nelle mie capacità di correre e soffrire in una maratona, gara che pensavo di non riuscire più a disputare con soddisfazione.Sono infine molto grato ad Andrea che mi ha sempre sostenuto con amicizia e pazienza, sopportando le mie delusioni e i momenti di sconforto, dandomi sempre uno stimolo per proseguire.Quindi, alla fine, farei meglio a dire che ciò che ho fatto in una domenica di metà novembre, a 50 anni suonati, in Costa Azzurra non è “colpa”, ma “merito” di Andrea.

Un pensiero su “33km a Carpi e poi maratona di Nizza: tutta colpa di Andrea!!! ;)

  1. MITICO Dino ……un Dottore dal cuore d’oro…una grande persona stimata e ben voluta da tutti!!!! Grazie per il Tuo rinnovato contributo…..sono certo che Ti leggeranno tutti con grande piacere…Un abbraccio CoachAndrea

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