[storie] Da +30° a -20°:running e sci di fondo, i miei sport tra le mie montagne in Engadina

Lorenza Marchesi, Avvocato e Mediatore

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Resistente alla fatica: così mi definirei, visto che nel tempo libero macino centinaia di chilometri lungo le valli, i sentieri, i boschi, i versanti e le cime delle mie montagne. D’estate e d’inverno. Dai +30° ai -20°: significa che pratico da anni, stagione dopo stagione, solstizio dopo solstizio, sport di resistenza e fatica: indipendentemente che fuori splenda il sole, piova, nevichi o soffi il vento da nord.Dimenticavo: vivo a 1800 m s.l.m., in una delle valli alpine più affascinanti al mondo – l’Engadina! Per cinque mesi all’anno è ricoperta da un immacolato manto di neve, il paradiso in terra. Negli altri mesi i colori si alternano magicamente, come un caleidoscopio: prima dal marrone si passa al verde tenero, poi esplodono d’un colpo i gialli, rosa, viola e blu dei fiori, per concludere con le sfumature dorate dell’autunno. Ritengo la corsa un eccellente sistema di allenamento nel periodo estivo: d’inverno pratico intensivamente lo sci nordico, intrigante miscela di alta tecnica, condizione fisica eccellente e materiali sofisticati – dalle scarpe ai bastoni, dalle scioline all’abbigliamento e gli accessori. Mi alleno e partecipo regolarmente, nell’arco di tutto l’anno, a tante competizioni…dai -20° del fondo ai +30° della corsa, divertendomi sempre come una matta!
Anche se passano gli anni, quando vedo un pettorale scatta automaticamente il batticuore. Nel podismo prima della corsa sono sempre rilassata: quando c’è allenamento, poi servono solo ritmo e cuore per tagliare il traguardo in scioltezza – in tasca un integratore o due, e via. Ormai ci si conosce, e si parte al passo che ci permetterà di acquistare la velocità media che ci serve per ricoprire la distanza, tenendo in serbatoio qualche energia in più per aumentare, se le gambe ce lo lasciano fare, e dare il massimo in quella giornata e con quel percorso, che sia asfalto o trail. Mai nessun grande pericolo, praticamente nessuna possibilità di sbagliare la scelta dei materiali. Lo sci nordico invece è una gran brutta bestia: allenamento, ritmo e cuore sono ingredienti praticamente scontati. Invece il bello comincia il giorno prima della gara, quando devi decidere la sciolina e i materiali, che devono essere provati proprio sullo stesso percorso, e possibilmente alla stessa ora in cui partirai: le temperature influenzano la decisione della sciolina, e devi essere capace di decidere cosa usare in gara. Una sciolina sbagliata significa una gara compromessa, tu ti fidi di chi ti fa gli sci, ma tu solo devi prendere la decisione finale: per questo la notte prima della competizione, anche se ormai hai deciso e sei convinto, ti rigiri comunque nel dubbio e pensi…alla sciolina e alla partenza! Nelle gare di fondo – le mie sono sempre lunghe distanze (dai 15 ai 60km) – la presenza femminile è solo del 10% – ecco perchè la partenza è sempre un incubo. Decine e decine di maschi adrenalinici, armati di bastoncini che diventano delle lance: ecco che devo tirar fuori la mia grinta da amazzone, e dopo lo sparo inizio a sviluppare strategie. Infilarsi elegantemente dove si crea spazio, sapendo che noi donne siamo più agili dei maschietti – ma loro, non sempre sono spinti da spirito decubertiano, a volte non esitano a buttarti a terra: in tal caso in pochi secondi devi controllare se ti sei fatta male, se ti hanno rotto i bastoni, se hai perso gli occhiali o altro – per poi ripartire e magari, perchè no, cercare vendetta!
Idratazione e alimentazione a -20° sono fondamentali, ma assai difficili da gestire: gli integratori quasi tutti congelano e diventano immangiabili!  Ognuno ha i propri segreti in gara (se non si hanno assistenti esperti, si sa, in gara è sempre meglio il fai da te!): il più delle volte ti porti della roba che non puoi ingerire, ma che però ti serve psicologicamente. Lungo il percorso soffri e gioisci, al traguardo poi scoppi di gioia: anche quando i capelli son diventati un ghiacciolo, le labbra bruciano e gli occhi lacrimano per il freddo. Evviva la fatica, evviva lo sport, evviva noi!

2 commenti su “[storie] Da +30° a -20°:running e sci di fondo, i miei sport tra le mie montagne in Engadina

  1. L’Engadina è davvero fantastica, io mi ci sono allenato tanto, e appena posso torno per correre e pedalare!!!! Non vedo l’ora di organizzare un RUNNING STAGE o un TRI-CAMP!!!! Sarebbe veramente FANTASTICO!!!! Grazie Cristina per il Tuo prezioso contributo

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