Luca Pacciolla, Medico Chirurgo Dietetica e Nutrizione Clinica
Per ottimizzare gli effetti dell’allenamento nel ciclismo, la valutazione funzionale personalizzata, può assumere un importanza non indifferente: conoscere la propria Soglia Anaerobica ( SAN ) è senza dubbio un vantaggio. La conoscenza è una consapevolezza che può far aumentare la convinzione nei confronti del lavoro da svolgere, e al tempo stesso offre un supporto concreto e razionale, per chi (il Coach) deve predisporre un carico di allenamento ben ponderato tra quantità ed intensità.
Per quanto riguarda la valutazione funzionale nel ciclismo, esiste una “convenzione” ( che utilizzo personalmente) che prevede 7 zone che identificano lo sforzo: la Zona 1 è quella di rigenerazione o di recupero attivo, la Zona 7 rappresenta invece la massima potenza.
Come individuare con la maggior precisone possibile queste fasce di sforzo? Ovviamente quando si parla di valutazione funzionale nel ciclicmo ( e non solo nel ciclismo) non c’è una sola risposta, in quanto esistono più metodi di individuazione. Con questo contributo, vediamo cosa suggerisce un tecnico, Paolo Marchetti, che è laureato in scienze motorie presso l’università di Pavia, tecnico di ciclismo e di triathlon, ( allenatore personale del Campione del Mondo di Paraduathlon e recordman dell’ora in pista per la sua categoria, Alessandro Carvani Minetti) il quale ha maturato una significativa esperienza in questo campo.
“Come anticipato, effettuo da anni test di soglia. Seleziono la tipologia di test da effettuare in base a quali dati mi serve ottenere. Potrebbero essere di massima potenza metabolica, di massima frequenza cardiaca, wattaggio nello sprint o in una fase incrementale, oppure il test di Mader per ottenere i valori di acido lattico prodotto in base alle singole zone di lavoro.
Quest’oggi mi dedico a spiegare il test incrementale, il quale permette di trovare il valore di massima capacità cardiaca. Questo test è il più semplice ma anche il più importante perché permette al tecnico di avere le vostre zone di lavoro sfruttando il misuratore di potenza o il cardio frequenzimetro, in base allo strumento utilizzato dall’atleta, e permettendo al tecnico di dosare i carichi di lavoro in modo corretto, personalizzato e soprattutto scientifico; al fine di far rendere al meglio il nostro motore interno ed allontanare il rischio di sovraccarichi e problematiche di salute.
Il test viene eseguito a step con partenza da wattaggio prestabilito e con incremento regolare concordato con il coach o con l’atleta in base alle sue esigenze. Durante l’esecuzione verranno registrati i valori di frequenza cardiaca e di potenza step dopo step fino al raggiungimento del massimo valore dell’atleta. Questo valore verrà utilizzato per calcolare in percentuale le varie soglie di allenamento.
Una nota veramente Importante se non fondamentale per l’esecuzione di un ottimo test è il riscaldamento, poiché prepara il fisico a sostenere uno sforzo cosi importante a livello muscolare e metabolico. Io di solito faccio sostenere un riscaldamento che va dai 20 ai 30 minuti in base alle abitudini dei singoli atleti. In questi minuti solitamente lascio prima 10 minuti liberi e successivamente guido in brevi variazioni di ritmo l’atleta. Infine lascio qualche minuto al termine delle variazioni di ritmo per far recuperare totalmente.
Come nota fondamentale per un atleta che vuole monitorarsi nel tempo è che il test è ripetibile nel tempo, al fine di valutare all’occorrenza o meglio ancora programmando la rivalutazione nel corso della stagione e rendendo sempre più precise le tabelle di allenamento.
Il test è effettuabile anche sulla corsa con un protocollo simile così da garantire una personalizzazione realmente scientifica e soprattutto aiutare il singolo atleta a rendere al meglio.”
In MULTISOCIAL3ining esiste un gruppo dedicato alla valutazione funzionale.
A cura di
Andrea Re
Paolo Marchetti
Email: marchetti.paolo91@gmail.com