Accasciato a terra , appoggiato al cancello che delimita la zona di deflusso dei maratoneti dalla vita normale di Firenze , mi trovo in preda alle emozioni altalenanti tra euforia e disperazione.
Eccomi qui,dopo l’arrivo della mia terza maratona!
Ho trovato la gara molto dura e faticosa (del resto non sarebbe una maratona…)il percorso stupendo tra monumenti che tutto il mondo ci invidia, il privilegio corrergli sfiorandone la bellezza!
Dicevo, eccomi dopo l’arrivo, ritirata la medaglia e una bottiglietta di sali minerali mi trovo li, avvolto nella coperta termica, preso dai crampi mentre cerco di trovare le forze per potermi alzare ed arrivare al ritiro borse. Cerco di posticipare il terribile momento di sentire tutto il corpo urlare…tirandomi su; ma arriva lei, una bimba che tiene per mano il suo papa’,anch’esso maratoneta,che mi guarda preoccupata e aspetta da me un cenno, come volesse chiedermi se stavo bene o no! il mio volto cambia espressione, ho rivisto nei suoi occhi lo sguardo di mia figlia Irene!
Le faccio l’occhiolino ed un sorriso, prontamente contraccambiato da lei con un sorriso radioso!
ENERGIA!.. ENERGIA il senso di tutto questo sforzo… ENERGIA! voglia di vivere.. tutta in un sorriso! Grazie bimba!
Questo e’ il riassunto di com’è stata per me questa bella maratona… ENERGIA!
Viaggiare con gli amici , trovarne altri.. condividere emozioni prima dello Start e durante il percorso, sono sensazioni che vale la pena di vivere e provare.
Per tapascioni come me ,che hanno l’onore di conoscere i propri limiti e l’onere di doverli superare ,penso che l’esperienza della maratona si possa sintetizzare in questa parola: ENERGIA!
Raccontare altro… più di sei mesi di preparazione, ripetute , salite e discese, uscite sotto la pioggia e il solleone d’agosto…sono cose che chiunque prepari una maratona vive, ma il privilegio di scambiare uno sguardo ricco di ENERGIA come quello di quella bimba.. ecco ,posso dirlo di averlo vissuto solo io!!!
Ti ringrazio piccola bimba, Grazie Magica Firenze, alla prossima MARATONA.
Molto bello il racconto !! .La sensibilità di una bambina fa si che cambia in modo radicale e di sostanza la sofferenza di Marco ,che è poi quella di molti altri maratoneti .
Il sorriso sforzato diventa un ‘espressione di gioa , di felicità ,e d’amore di un padre che non vuole.di fronte alla figlia , farsi vedere molto stanco, sofferente ,ma bensi ‘ di avercela fatta e di condividere con lei la gioia. Complimeti sinceri a Marco ed a tutti i “Papà maratoneti “.
Grande Piero..sempre pronto a “cogliere” il vero significato delle emozioni!!!!