Possiamo pensare all’eccellenza come alla somma di obiettivi raggiunti, di risultati ottenuti e di conferme, in relazione agli sforzi ed alle energie che abbiamo messo in campo.
Per dare un senso concreto all’affermazione di Aristotele, dobbiamo pensare all’abitudine in modo positivo, senza cadere nell’errore di pensare che abitudine possa risultare sinonimo di staticità o di non volontà al cambiamento.
L‘abitudine a mettere il nostro “focus” su un obiettivo, e a reiterare questa azione ogni qualvolta raggiungiamo l’obiettivo stesso, ci porta a generare una vera e propria “attitudine” che ci induce verso il miglioramento e che ci “accompagna” verso l‘eccellenza!
Tanto più “grande” ed “ambizioso” sarà il traguardo che vogliamo raggiungere [ e che identifichamo come l’eccellenza ], tanto più sarà importante avere un piano d’azione studiato, organizzato e ponderato: tutti i traguardi intermedi, ci daranno fiducia e saranno la benzina che alimenta il motore grazie al quale ci spostiamo nella direzione del nostro obiettivo.
Con un obiettivo preciso, ed un buon piano d’azione, una volta “staccato” il primo “post it”, ci sentiremo pronti e motivati per affrontare il passo successivo, e avremo la percezione di dove ci troviamo all’interno del percorso stabilito che ci condurrà verso il traguardo dell’eccellenza!
Inneschiamo il circolo virtuoso, se decidiamo di fare il primo passo, se non ci adagiamo in modo rassegnato nella quotidianità, se ci facciamo coraggio e ci mettiamo in gioco, accettando l’idea che si può anche non riuscire…..
Ma non provarci rappresenta di per sè una “non riuscita”!
Riassumendo
Arriviamo all’eccellenza se inneschiamo un circolo virtuoso fatto di:
- Focus sull’ eccellenza.
- Obiettivi sfidanti.
- Piano d’azione misurabile e verificabile.
- Un obiettivo intermedio alla volta [ stacco un post it alla volta ].
- Attitudine a raggiungere gli obiettivi.
- Programmare nuovi obiettivi.